Probiotici
Che cosa sono i probiotici?
L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) definisce probiotici “quei microrganismi vivi che, se somministrati in quantità adeguata, apportano un beneficio alla salute dell’ospite”.
Il loro nome deriva da pro - in greco “a favore” - e da bios - “vita” -, e significa “a favore della vita”.
I probiotici sono infatti dei batteri e/o lieviti che, una volta assunti tramite integratori specifici o alcuni alimenti (ad esempio il latte fermentato) contribuiscono alla salute umana.
Si possono anche definire microbi “buoni” in grado di riequilibrare la flora batterica intestinale(microbiota).
I probiotici raggiungono vivi l’intestino e ne contrastano la proliferazione di batteri dannosi; in più, favoriscono la sintesi di sostanze indispensabili come la vitamina K e le vitamine del gruppo B.
Essi ottimizzano inoltre l'assimilazione di componenti alimentari indigeribili e la funzionalità del colon.
Il loro obiettivo principale è arrivare vivi e vitali all’interno dell’intestino in modo da poterlo colonizzare.
Si definisce probiotico un batterio che:
- è naturalmente presente nell’intestino
- resiste all’azione digestiva di succo gastrico, sali biliari ed enzimi intestinali
- sopravvive all’ambiente acido dello stomaco
- aderisce alla mucosa intestinale
- contribuisce al benessere dell’organismo umano
Tipologie di probiotici
All’interno del microbiota intestinale si possono trovare tre diverse tipologie di batteri: gli Eubacteria, i Lattobacilli e i Bifidobatteri.
I ceppi solitamente impiegati per la produzione di probiotici per quanto riguarda i Bifidobatteri sono: lactis, bifidum, longum, infantis e breve; mentre per i lattobacilli si utilizzano plantarum, casei, acidophilus, reuteri e rhamnosus.
Di seguito analizziamo le loro principali proprietà ed azioni:
- Bifidobacterium Bifidum
utile per l’assorbimento delle vitamine del gruppo B e per eliminare la diarrea acuta e la sindrome da colon irritabile, oltre che per migliorare la flora batterica vaginale
utilizzato per prevenire e ridurre la diarrea causata da antibiotici e per migliorare le funzioni celebrali in caso di depressione e ansia
- Lactobacillus Acidophilus:
regola i livelli di colesterolo e l’assimilazione delle vitamine del gruppo B. Riduce la diarrea, migliora la stitichezza e previene le infezioni genitali femminili
- Lactobacillus Rhamnosus
previene e diminuisce il rischio di eczemi soprattutto durante i primi mesi di vita. Raccomandato dopo un ciclo di antibiotici per attenuare la diarrea e per contrastare la dermatite atopica
In generale, alcuni studi hanno dimostrato che i Bifidobatteri sono più efficaci in presenza di stitichezza e colite, mentre i Lattobacilli sono particolarmente indicati in caso di diarrea causata da terapia antibiotica.
Probiotici e prebiotici
Il termine “probiotico” viene spesso confuso erroneamente con il termine “prebiotico”, che l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) definisce come “un costituente degli alimenti non vitale che conferisce un beneficio alla salute mediante una modulazione del microbiota”.
I prebiotici sono sostanze non digeribili che contribuiscono allo sviluppo, all’interno del colon, di alcune specie batteriche utili al miglioramento della microflora probiotica.
Essi possono essere contenuti nel cibo (banane, mele, cipolla, fagioli, farina di frumento) e in alcuni integratori di fermenti lattici.
Sebbene la loro assunzione sia considerata importante per una dieta sana ed equilibrata, non esistono ancora studi scientifici che attribuiscano ai prebiotici un’efficacia terapeutica o preventiva sulla funzionalità intestinale.
Ciò che invece è certo, è che il loro utilizzo è da considerarsi controindicato quando si è in presenza di intolleranza al lattosio, sindrome dell’intestino irritabile e di terapie radianti sul tratto gastrointestinale.
Infine, i simbiotici sono una combinazione tra probiotici e prebiotici.
Si tratta di alimenti o sostanze che migliorano il nostro stato di salute aumentando la sopravvivenza dei microrganismi.
Essi favoriscono inoltre la formazione di un substrato specifico della flora batterica già residente nel nostro intestino.
Tra i benefici riconosciuti ai simbiotici vi sono: l’assorbimento di alcuni minerali come ferro, calcio e magnesio, il miglioramento dell’intolleranza al lattosio e l’azione protettiva contro infezioni ed infiammazioni dell’intestino.
A cosa servono i probiotici?
Negli ultimi anni, sono stati dedicati ai probiotici, alla scoperta di nuovi ceppi batterici e alla ricerca delle loro proprietà salutistiche numerosi studi scientifici.
Seppur non tutti gli effetti benefici dei probiotici siano stati confermati, è chiaro il loro coinvolgimento nel contrastare l’alterazione della flora batterica dell'intestino (disbiosi intestinale).
I probiotici appartenenti al genere dei Bifidobacteria, Lactobacilli e Streptocchi possono inoltre essere utilizzati in presenza di diarrea associata a terapia antibiotica.
I microrganismi probiotici migliorano anche le difese immunitarie e contrastano le infezioni genitali come la candidosi vulvovaginale (nota come Candida) o la cistite, molto diffuse tra la popolazione femminile in età fertile.
Altri campi di studio recenti riguardano l’uso di probiotici in ambito dermatologico (per ridurre problemi alla pelle come la dermatite atopica, l’acne e la psoriasi) e in ambito psicologico (per diminuire ansia e stress e per migliorare l’umore).
I benefici dei probiotici
Come appena illustrato, molteplici ricerche si sono recentemente concentrate sullo studio degli effetti dei microrganismi probiotici.
Ma quali sono i maggiori vantaggi che trae il nostro organismo dal loro utilizzo?
Vediamoli insieme:
- prevenzione e trattamento dei disturbi intestinali (diarrea, Rotavirus, gastroenterite) negli adulti e nei bambini
- abbassamento del ph intestinale
(con conseguente potenziamento della crescita di microrganismi vantaggiosi per la salute e creazione di condizioni sfavorevoli per la sopravvivenza di batteri nocivi)
- rafforzamento delle difese immunitarie
- difesa della mucosa intestinale da batteri patogeni
- alleviamento dell'intolleranza da lattosio
(compensando, con la produzione autonoma, un’eventuale carenza di enzima lattasi che provoca vomito, diarrea e dolore addominale)
- ottimizzazione della funzionalità del colon
- riduzione delle allergie alimentari
È utile sottolineare che l'efficacia dei probiotici può variare da soggetto a soggetto e a seconda della tipologia di batteri utilizzata.
Un determinato ceppo può infatti rivelarsi particolarmente indicato per far fronte ad una specifica patologia, mentre può risultare dannoso per un’altra.
Che differenza c’è tra fermenti lattici e probiotici
Molto spesso i due termini vengono per errore utilizzati come sinonimi.
Ciò che contraddistingue gli uni dagli altri è però che i probiotici rimangono vivi per tutto il tragitto dalla bocca fino all’intestino, mentre i fermenti lattici, una volta ingeriti, non riescono a sopravvivere al passaggio nello stomaco.
Tutti e due sono in grado di produrre acido lattico attraverso la fermentazione del lattosio, ma solo i probiotici riescono a riequilibrare la flora batterica intestinale umana e apportare all’organismo i benefici sopra descritti.
Cibi probiotici
I probiotici sono contenuti in molti alimenti fermentati come il kefir (bevanda tipica della cultura russa a base di latte fresco fermentato), lo yogurt e alcuni latticini.
Si possono trovare probiotici anche in diversi cibi di tradizione orientale come il miso, il tempeh e il tofu, nei cetriolini e nei crauti.
In linea generale, è bene ricordare l’utilità di seguire una dieta ricca di fibre per favorire la sintesi dei grassi a catena corta o SCFA (acronimo di Short Chain Fatty Acids). Utili per il benessere intestinale, essi sono infatti considerati importanti per la cura di varie patologie come la diarrea e il morbo di Crohn.
Affinché le condizioni della propria flora batterica rimangano ottimali e per mantenersi in salute, è anche fondamentale svolgere attività fisica e dire no agli eccessi (alcol, proteine e zuccheri).
Inoltre, bisognerebbe evitare una vita troppo sedentaria, l’abuso di farmaci e i ritmi esageratamente irregolari e/o frenetici.
Quando assumere gli integratori probiotici
La qualità della nostra vita è direttamente proporzionale alla buona condizione della nostra flora intestinale.
Ecco perché bisogna assicurarsi che il nostro intestino sia sempre in salute e che disponga di tutti i batteri necessari.
Se tale condizione è messa a rischio da alcune situazioni quali un trattamento antibiotico o un’insufficiente assunzione di alimenti che contengono probiotici, è necessario ricorrere all’utilizzo di integratori in grado di riequilibrare la flora batterica intestinale.
Per massimizzare l’efficacia della cura probiotica, gli integratori devono essere assunti per via orale in un quantitativo di almeno un miliardo di batteri ogni ventiquattro ore.
È inoltre essenziale che l’integrazione venga protratta per almeno tre - quattro settimane in quanto, se assunti per un intervallo di tempo minore, i microrganismi che raggiungono il colon potrebbero non essere sufficienti.
Quali sono i migliori integratori probiotici?
Dopo aver consultato il proprio medico o farmacista di fiducia, è di fondamentale importanza scegliere un integratore adeguato alle proprie esigenze: alcuni microrganismi fanno parte di ceppi specifici per alcuni disturbi, mentre potrebbero risultare inefficaci per altri.
A seconda che si necessiti di ristabilire l'equilibrio della flora batterica alterata (per contrastare stipsi, mal di pancia, gonfiore addominale, diarrea, colite e sindrome di colon irritabile), oppure contribuire al normale funzionamento del sistema immunitario, bisogna accertarsi di ricorrere al prodotto opportuno.
Nella scelta dell’integratore più adatto, è utile conoscerne il nome del ceppo di appartenenza, la quantità di probiotici vivi contenuti e la corretta modalità di conservazione.
Come da definizione del Ministero della Salute, per garantire la colonizzazione a livello intestinale, vanno preferiti integratori che contengono come minimo un miliardo di cellule vive per almeno uno dei ceppi presenti.
Oltre che la presenza di un maggior numero di ceppi e di una quantità superiore di microrganismi, tra le caratteristiche dei migliori probiotici vanno segnalate anche la resistenza agli antibiotici, al PH gastrico e al trasporto.